31 Dicembre 2010 - 10 Gennaio 2011
Questo è il nostro secondo viaggio negli Emirati Arabi (UAE), sempre nel periodo delle vacanze natalizie, sempre organizzato con mesi di anticipo per spuntare le tariffe migliori sui biglietti aerei. In risposta agli scettici che ci chiedono “Ma cosa ci siete tornati a fare a Dubai?” rispondiamo che per noi è un luogo affascinante almeno quanto New York per bellezza dell’architettura e multiculturalità e mettiamoci anche il clima invidiabile, il costo della vita assolutamente abbordabile e le ore di volo non eccessive.
Se dovete organizzare uno stop over o una prima visita di Dubai vi consigliamo di leggere il racconto dello scorso anno, dove abbiamo seguito un itinerario più classico: “Leggi il diario di Dubai 2010”, chi invece cerca informazioni su Abu Dhabi, l’oasi di Liwa e il deserto, i nuovi quartieri di Dubai come Marina, Media City, Internet City è nella pagina giusta.
Restare a casa propria è una negligenza di cui, presto o tardi, si verrà puniti (P. Morand)
Controlla subito su Expedia dove puoi andare....
31 Dicembre - in volo
Partenza alle 17 da Malpensa, destinazione Istambul. Ci godiamo un aeroporto straordinariamente vuoto, in pieno clima prefestivo e usiamo le 2 ore di attesa per l’imbarco per trovare una bottiglia di spumante da stappare allo scoccare della mezzanotte, quando staremo sorvolando il Bosforo. La scelta di volare il 31 e di dare il benvenuto al nuovo anno in volo è stata un po’ una scelta (rapida risoluzione dell’annuale-annoso problema di “Cosa facciamo?” “Con chi festeggiamo?” “Come ci vestiamo”?, oltre che scelta molto romantica per due come noi, che sui viaggi ci hanno costruito una storia d’amore che dura da 11 anni), dall’altra parte la tariffa aerea trovata di 350 euro ci è sembrata una ragione sufficiente per prenotare. A proposito dello spumante desistiamo, causa possibilità di acquisto di un’unica bottiglia di Veuve clicquot ad un prezzo folle e soprattutto abbandonata sotto un neon tropicale...
Per quanto riguarda i voli abbiamo prenotato ad agosto con la Turkish, che si è rivelata un’ottima compagnia (è nella star alliance - come la Lufthansa), soprattutto per gli spazi dignitosi tra un sedile e l’altro e per il cibo veramente curato.
Poco prima della mezzanotte decolliamo da Istambul e il 2011 lo salutiamo guardano i fuochi d’artificio dall’alto in basso (ma volete mettere?!), sorseggiando il peggior vino bianco (chiamarlo spumante ci pare offensivo) mai bevuto accompagnato da un allegro tortino al cioccolato (cui seguirà una cena calda dopo 1 ora...).

1 Gennaio - Abu Dhabi
Alle 6 puntuali atterriamo a Dubai e come lo scorso anno ci troviamo imbarazzati ed un po’ invidiosi della perfetta macchina organizzativa degli emirati che si manifesta immediatamente: nessuna coda per il visto, ritiro bagagli immediato, pulizia impeccabile ovunque, persone impiegate in lavori inesistenti (tipo raddrizzare le valigie sul nastro trasportatore!). Risulta invece decisamente più lento il ritiro dell’auto prenotata con l’Avis: una “splendida” Opel in plastica, che la vecchia Panda in confronto era un carrarmato (comprendiamo ora come un SUV possa costare 4.000 € qui). Lasciamo il parcheggio dell’aeroporto e ci rendiamo conto che il navigatore pazientemente addestrato da settimane, qui non parla e non indica la strada (praticamente è usabile solo come orologio o luce di emergenza), ma Andrea, già temprato da un’esperienza molto simile a Los Angeles, prende in mano la situazione e si lancia senza timore lungo la famigerata Sheikh road a 7 corsie e imbocca casualmente la direzione giusta per Abu Dhabi, dove siamo diretti. In pochi minuti scopriamo nell’ordine: che esistono dei limiti, ma nessuno li rispetta, che esistono molti autovelox, ma nessuno sembra curarsene, che esistono in mezzo all’autostrada delle rotatorie per fare inversione precedute da dei dossi (interessante affrontarli dopo una brusca frenata...), che è possibile fermare la macchina, scendere e scavalcare il guard rail per andare a mangiare se è ora di colazione o pranzo, che si può sorpassare a destra e a sinistra. Oltre a ciò le strade sono ovviamente in ottimo stato, un esercito di lavoratori è impiegato per tenerle pulite, controllare il corretto funzionamento degli impianti di irrigazione delle palme, pulire i cartelli pubblicitari; la Sheikh è a pagamento in alcuni tratti, ma non è dato sapere a quanto ammonta il costo visto che viene automaticamente addebitato attraverso una sorta di vignetta-telepass presente su tutte le auto (non esistono barriere dove è necessario fermarsi).
Viaggiamo lungo la Sheikh road sulla nostra sinistra il deserto, mentre sulla destra scorre Dubai, con il Burj Khalifa che svetta, poi la vela, la marina, Jebel Ali e il cantiere della seconda palma. Poi la città finisce, ma l’autostrada rimane perfetta, di tanto in tanto si passano dei villaggi con caseggiati residenziali, enormi ma bassi, qualche moschea, tanta sabbia e ghiaia e poi inizia Abu Dhabi, con il Ferrari world impossibile da non vedere, impressionante per quanto sembra grande anche da così lontano.
La prima missione, che è quella di trovare la zona dell’ADNEC (fiera), si presenta più difficile del previsto, perché lo sceicco non ha previsto la possibilità di svoltare a sinistra, ma solo svolte a destra e successive inversioni, con la conseguenza che continuiamo a girare intorno ad uno stesso punto. Il lieto fine solo dopo una mezzora quando raggiungiamo il nostro hotel Aloft. L’albergo è di nuova concezione: un 4 stelle senza portiere, check-in e out self service, ristorante take away aperto 24/24 con snack caldi e freddi a prezzi abbordabili, design contemporaneo molto giovane. Come primi clienti del 2011 veniamo anche omaggiati di upgrade della stanza e colazione. Da tenere presente che l’albergo è nel quartiere delle ambasciate, dove non c’è assolutamente nulla da vedere, nessun negozio di generi alimentari o altro. In circa 20 minuti di macchina si arriva nella zona più centrale, che è quella della Corniche, mentre la gran moschea è vicinissima.


Passiamo il pomeriggio a bordo piscina, recuperando le ore di sonno perse in aereo, sotto un sole caldo, come da noi agli inizi di settembre.

Verso le 16 partiamo per una prima esplorazione di Abu Dhabi. La città si presenta immediatamente molto diversa da Dubai: più compatta e a misura d’uomo e soprattutto di famiglia (molti parco giochi e percorsi vita), in apparenza risulta meno perfetta di Dubai e per questo molto più vera, con una skyline forse meno impressionante, ma sicuramente più armonica. Qualche giorno più tardi, leggendo il libro che ci aiuterà a pianificare la fuga definitiva negli UAE, scopriremo che è lo sceicco di Abu Dhabi quello meglio messo e che quindi presta soldi a destra e a manca (Dubai in primis), lasciando fare agli altri gli esperimenti e riproponendo nel suo emirato solo le cose che funzionano. Lasciamo la macchina in uno dei parcheggi del Marina mall, il più nuovo tra i centri commerciali e passeggiamo lungo la corniche, ovvero la passeggiata lungo il mare in direzione della flagpole, una delle attrazioni della città. Trattasi nella fattispecie di grosso pennone con bandiera degli UAE, molto patriottico, certo, bandiera indubbiamente alta, certo, ma da qui ad elencare nelle attrazioni..... Camminando notiamo le mattonelle della passeggiata a tratti sconnesse, in alcuni punti con qualche macchia e, come dicevamo, ci viene immediatamente da fare un confronto con Dubai, dove nelle zone più nuove i marciapiedi sono in marmo talmente lucido che è pericolosissimo camminarci sopra e per questo nessuno li usa. Qui invece è pieno di famiglie che vivono la città, rigorosamente con figli, famiglie molto moderne e almeno da una prima apparenza unite. Riprendiamo la passeggiata deviando verso l’Emirates palace, il cugino dell’hotel-vela di Dubai, che si può visitare senza prenotazione e senza pagare, semplicemente presentandosi all’ingresso pedonale. Più tardi ci rifocilliamo con un’abbondante, quanto piccante cena indiana costata 5 € a testa e poi rientriamo in hotel.




2 Gennaio - Abu Dhabi
Altro giorno dedicato per metà all’abbronzatura e per metà all’esplorazione di Abu Dhabi. Posteggiare la macchina non è mai un problema, anche dove è a pagamento, non si spendono più di 50 centesimi all’ora e nel nostro caso abbiamo addirittura trovato una signora araba che si è offerta di pagarcelo, invece che cambiarci una banconota come le avevamo chiesto! Esploriamo un’altra zona della corniche road, che costeggia la spiaggia (in parte pubblica in parte a pagamento e riservata alle famiglie), la prima linea di grattacieli e i giardini circostanti.


Riprendiamo poi la macchina per andare alla grande moschea sheikh zayed, dedicata a colui che ha unito gli emirati nel 1971; indubbiamente una delle visite più interessanti di tutta la città. E’ possibile entrare all’interno solo con abbaya (il vestito nero tradizionale) e velo per le donne, mentre per gli uomini è sufficiente indossare pantaloni lunghi, è sempre obbligatorio togliere le scarpe. La visita è totalmente gratuita ed effettuata con mediatori culturali tutti i giorni alle 10, 11, 17 (eccetto il venerdì mattina in cui è accessibile solo ai mussulmani) e il venerdì e sabato anche alle 20. In pieno stile arabo si tratta della “moschea degli eccessi e dei record”, che la guida ci elenca con orgoglio: “Il lampadario di swarowski più grande al mondo”, “il tappeto lavorato a mano più lungo” “gli altoparlanti per chiamare i fedeli più potenti” “il pavimento con marmi provenienti da 5 continenti”, ecc. Sta di fatto che sono effettivamente riusciti a fare un bel lavoretto e l’ora di spiegazione serve anche per conoscere alcuni aspetti dell’islam probabilmente poco conosciuti (ad esempio che non possono rappresentare uomini e animali all’interno della moschea ed infatti ci sono solo motivi floreali, che Allah ha 100 appellativi di cui solo 99 possono essere conosciuti in vita, ed infatti sul muro dove sono rappresentati rimane il 100° fiore vuoto...) e per rendersi conto che tra “il dire e il fare c’è di mezzo il mare” e così, ad esempio, nonostante ci sia l’obbligo di pregare 5 volte al giorno di cui la prima tassativamente prima del sorgere del sole, la mediatrice ci confida che basta chiedere scusa nella preghiera successiva se non hai trovato la forza di alzarti, ecc.. Usciamo che è già buio e la moschea è fasciata in una luce blu elettrico, più appropriata per un night club che per un luogo di culto, ma un mediatore ci risponde che di moschee in città ce ne sono tante e l’obiettivo è quello di distinguersi!




Per cena ci spostiamo all’Abu Dhabi mall dove con i soli 5 euro ci sfamiamo abbondantemente con una wok. Per quanto riguarda i negozi, visti molto rapidamente, ci sono sembranti molto più avvicinabili rispetto a quelli di Dubai.
3 Gennaio - Abu Dhabi |Oasi di Liwa| Abu Dhabi
Ci deliziamo con la colazione pantagruelica gentilmente offerta dall’albergo, prima di partire alla volta del deserto. Abbiamo in programma di raggiungere l’oasi di Liwa e il Rub al khali, l’enorme deserto sabbioso che porta dritti in Arabia Saudita. Il viaggio seppur lungo (3 ore) è assolutamente agevole, sempre su strada a due corsie perfettamente asfaltata e piantumata con palme. I due principali centri abitati sono Madinat Zayid e Liwa, dove in realtà non c’è un vero motivo per fermarsi, ma è interessante osservare gli oleodotti che si susseguono per chilometri e chilometri e i campi coltivati che stanno pian piano rimpiazzando il deserto.
Le dune di sabbia iniziano qualche chilometro prima di entrare nel centro abitato di Liwa, ma per vedere quelle più alte è bene proseguire per altri 25 chilometri seguendo le indicazioni per la duna Moreeb (o Tal Mireb - alta 300 metri). Arrivati qui la strada finisce e non c’è assolutamente nulla e nessuno, a meno che non arriviate durante il festival di Dune bushing, in qual caso troverete tanta gente, parcheggi attrezzati, area campeggio e supponiamo, cibo e acqua. Noi siamo assolutamente soli, e dopo aver timidamente lasciato la macchina a bordo strada ci avventuriamo per una passeggiata tra la dune. Per noi l’impatto è stato molto più forte del Sahara, perché qui eravamo davvero da soli, a differenza del Marocco dove ci spostavamo con una carovana organizzata con campo tendato, pasti e bagno! Dopo le foto di rito e un pic nic ci rimettiamo in macchina e torniamo verso Liwa, prendendo coscienza che non c’è limite ai lavori orrendi: la meravigliosa autostrada nel deserto è infatti meravigliosa proprio perché viene costantemente spazzata da uomini diligenti armati di spazzolone per spostare la sabbia dalla carreggiata! Arrivati a Liwa cerchiamo qualcosa di vagamente simile ad un caffé, ma troviamo solo il Liwa hotel, desolatamente vuoto e così riprendiamo il nostro viaggio verso Abu Dhabi.




Arrivati ad Abu Dhabi ci godiamo il tramonto sulla Capitol gate dell’ADNEC, che una volta finita sarà la torre più inclinata del mondo. Ci rilassiamo poi nella piscina illuminata prima di uscire per cena. Lasciamo la macchina alla fine dei capital gardens (molto belli soprattutto per famiglie con bambini) e camminiamo lungo la corniche, che in questo punto è attrezzata con un percorso vita frequentatissimo da indiani-salutisti impegnati in addominali e stretching (impensabile una cosa del genere a Dubai....). Cerchiamo la volcano fountain, che misteriosamente non riusciamo a trovare nonostante le sue dimensioni (probabilmente è nascosta da qualche cantiere) e ci spostiamo nella zona più interna e “ruspante” del centro, dove i negozi sono curiosamente raggruppati per genere: una strada di negozi di lampadine, una di scarpe, l’altra di vestiti da uomo, ecc. . Arriviamo al Madinat Zayed shopping center, stupendamente retrò e decisamente non turistico dove la maggior parte della merce è costituita da stoffe e vestiti tradizionali. Mangiamo libanese, sempre con i soliti 5 euro a testa, prima di tornare in albergo.

4 Gennaio - Abu Dhabi |Dubai
Ultima mattinata ad Abu Dhabi, prima di trasferirci e Dubai e lasciare l’auto. Decidiamo di visitare l’interno dell’Emirates Palace, l’albergo di super lusso “cugino” della più famosa Vela di Dubai. Si entra senza pagare e senza prenotazione, ma può essere necessario aspettare se l’interno è troppo affollato. Si può passeggiare nei giardini (non sulla spiaggia), salire la scalinata che porta alla hall, ai caffé e alle boutiques.

Nel primo pomeriggio ci dirigiamo verso Dubai, destinazione Dubai Media city, un micro quartiere a due passi dalla stupenda marina e poco distante dalla parte per noi più bella di jumeirah beach, dove abbiamo prenotato una stanza all’hotel Media one. Il viaggio passa tranquillo con il traffico assolutamente scorrevole. Prima di riconsegnare l’auto ci fermiamo a scaricare i bagagli in hotel, che consigliamo vivamente a chi ha già visto le zone più centrali di Dubai e che quindi vuole esplorare le zone più nuove, residenziali e con i grattacieli più belli (i punti di interesse classici come bastakia, i souk, il creek risultano piuttosto lontani da qui).




Passeggiamo per la spiaggia di jumeirah in corrispondenza del JBR, un gigantesco complesso residenziale fronte mare con tanto di “walk” con negozi, ristoranti e caffé. Rimaniamo qui fino al tramonto e poi ci incamminiamo a piedi verso il nostro hotel, che raggiungiamo in meno di mezzora.
5 Gennaio - Dubai
Esploriamo i micro quartieri di media e internet city, dove, ovviamente risiedono la CNN, la Sony, ecc. in un ambiente stupendamente rilassante, tra laghetti con ninfee, gazebo ombreggiati e palme. I lavoratori, per la maggior parte indiani, sembrano molto più rilassati della media dei milanesi da noi e ci sembra anche di comprendere il perché!




Ci fermiamo a prendere una gigantesca insalatona da Spinney’s, che nei giorni seguenti diventerà il nostro supermercato di fiducia, prima di crogiolarci al sole per tutto il pomeriggio.
Al tramonto ci spostiamo nel quartiere marina, uno dei nostri preferiti di tutta Dubai, che si raggiunge in 5 minuti a piedi dal nostro albergo. Mangiamo, passeggiamo e poi andiamo fino al Marina mall, dove troviamo i soliti negozi già visti e rivisti.
6 Gennaio - Dubai
Prendiamo il bus che si ferma proprio di fronte all’hotel e ci spostiamo a JBR per una mattinata di mare. Rispetto alle altre spiagge cittadine visitate lo scorso anno qui l’acqua ci sembra molto più trasparente e la sabbia più soffice.


L’acqua è bassa e non particolarmente fredda, per cui approfittando del sole caldo e dell’assenza di vento ci godiamo un bel bagno. Verso la una ci spostiamo sulla JBR walk per mangiare e poi da qui ritorniamo verso l’albergo a piedi, passeggiando lungo la marina.


Pomeriggio di relax in piscina prima di prendere la metropolitana (fermata Nakheel a 6 minuti dall’hotel) per andare nel quartiere di Burj Dubai, con il Burj Khalifa e il Dubai mall. Rispetto allo scorso anno il quartiere è cambiato molto, la maggior parte dei cantieri non c’è più e al loro posto una nuova fontana e una nuova parte di passeggiata. I turisti sono aumentati a dismisura, il burj khalifa rimane stupendo, il mall eccessivamente grande, lo spettacolo delle fontane scenografico.




7 Gennaio - Dubai
La mattina esploriamo il quartiere di Jumeirah Lake Towers, sempre a pochi passi dal nostro albergo, non ancora terminato e quindi poco popolato. Lo stile è molto simile a quello usato per la marina, quindi incontra in pieno il nostro gusto.

Pomeriggio di relax mentre alla sera ci spostiamo all’IBN Battuta mall dedicato all’omonimo esploratore arabo e per questo costruito in padiglioni tematici, ciascuno dedicato ad un pese (Cina, India, Egitto...). Sicuramente la parte interessante che giustifica il viaggio è quella architettonica, mentre i negozi sono più o meno sempre gli stessi.


8 Gennaio - Dubai
Giornata di totale relax tra spiaggia, piscina e marina, con cena di arrivederci sulla marina walk.
9 Gennaio - In volo
Lasciamo l’albergo molto prima dell’alba e in venti minuti (e meno di 10 €) raggiungiamo l’aeroporto, destinazione Milano sempre con volo Turkish e sempre più convinti che vivere negli emirati per qualche anno non ci dispiacerebbe!