Il nostro viaggio di nozze! Partenza 27 dicembre, ritorno 6 gennaio. Strano, ma vero, abbiamo comprato la più classica delle vacanze dal catalogo Francorosso. In realtà abbiamo provato ad organizzarla da soli, ma in quel periodo comprare un volo di linea aveva un costo folle e per quanto riguarda il safari, ci saremmo comunque affidati ad un’agenzia. E poi già i preparativi del matrimonio ci stavano sfiancando, mettersi a pianificare anche un viaggio sarebbe stato difficile!


Abbiamo scelto come meta il Kenya, non tanto per il mare, che di per sè non è eccezionale, ma per il safari. Le altre mete che avevamo preso in considerazione erano il Madagascar, ma dicembre è stagione di piogge e ovviamente la Tanzania, che però veniva a costarci un bel po’ di più. Non sto neanche a dirvi del Malawi e del Botswana....









Restare a casa propria è una negligenza di cui, presto o tardi, si verrà puniti (P. Morand)

Controlla subito su Expedia dove puoi andare....




Volo Neos, in partenza da Malpensa alle 23. Da segnalare lo spazio veramente ridotto, tanto che non c’era neanche il poggiapiedi! Cibo onesto, servizio cortese. Atterraggio in perfetto orario.


Partenza con pulmino da 6 posti per la riserva privata di Tahita Hills, dove siamo arrivati verso le 13.15, con non poca stanchezza, vista la notte in bianco e il caldo. Tempo per il pranzo, pisolino in piscina e partenza per il primo safari. Pensandoci a posteriori è stato sicuramente il safari meno emozionante, perché abbiamo avvistato pochi animali, mentre la vegetazione era rigogliosa, i colori e i passaggi splendidi.  Rientrati dopo il tramonto (18.30), doccia, cena a buffet (buona) e alle 21.00 siamo crollati dalla stanchezza.









La mattina seguente siamo risaliti sul pulmino alle 8 e ci siamo diretti verso il parco Amboseli, che abbiamo raggiunto intorno a mezzogiorno. Il percorso è parzialmente sterrato, ma molto interessante, perché si passano diversi nuclei abitati e si ha l’occasione di vedere tantissime persone autoctone, intente ad approvvigionarsi di acqua o beatamente distese ai lati della strada. Il tutto sempre con lo spettacolare Kilimanjaro all’orizzonte. Prima di raggiungere il lodge, su proposta della guida, abbiamo visitato un villaggio Masai, per la modica cifra di 20 euro a persona! La visita è stata comunque molto istruttiva, infatti ci hanno spiegato com’è organizzata la società cosa mangiano, come costruiscono le loro case, che tipo di educazione ricevono, quali rimedi naturali impiegano per curare le malattie.

E quando ci avevano ben ben convinti sulla possibilità di vivere senza luce e acqua, cacciando e praticando il nomadismo, il figlio del capo del villaggio, mi ha chiesto il mio indirizzo e-mail! Vedendo la mia faccia allibita, mi ha spiegato che i giovani potevano andare nel vicino lodge turistico, dove in cambio di qualche balletto e foto in abito tradizionale, potevano usufruire della connessione internet.  Arrivati all’Amoboseli Serena Lodge, consueto pranzo e pisolino in piscina. Il safari pomeridiano è stato veramente emozionante: abbiamo avvistato tantissimi elefanti, gnu, gazzelle, impala, l’amorevole facocero e anche un leone (talmente lontano che è stato soprannominato Francobollo). La sera, decisamente più riposati del giorno prima, ci siamo fermati attorno al falò che avevano acceso nella veranda, per goderci la notte e il cielo africano.












Il giorno successivo ci siamo alzati prestissimo per fare un safari all’alba, durante il quale abbiamo avvistato due ghepardi a caccia di gazzelle (le prede sono fortunatamente scampate al pasto!). Ritornati al lodge per la colazione siamo stati accolti da tante scimmiette. Di nuovo sul nostro pulmino ci siamo diretti verso il Parco Tsavo, dove siamo arrivati per pranzo. L’ultima notte del 2007 abbiamo dormito al Kilaguni Serena Lodge, che ci ha lasciati senza parole per il panorama che si vedeva dalle camere e dalla veranda-ristorante: un laghetto discretamente illuminato, dove dal tramonto e per tutta la notte sono passate zebre, gazzelle e anche un elefantino ad abbeverarsi. Giuro, io non sono una che si commuove facilmente, ma ancora adesso riguardando le foto provo un’emozione fortissima.... Dello Tsavo mi ha colpito la terra rossa e la vegetazione verdissima, ben lontana dall’idea che io avevo della Savana. Nel safari pomeridiano abbiamo visto tantissime zebre (stupende) e veramente tante, tante giraffe, che qui stanno benissimo perché è pieno di acacie di sono ghiotte. In un laghetto (orribilmente turistico), abbiamo poi visto tanti ippopotami; ci avevano detto di stare attenti ai coccodrilli, ma non li abbiamo visti nemmeno di sfuggita.












Il primo giorno del 2008 abbiamo lasciato la savana e abbiamo raggiunto la costa per 3 giorni di mare e relax. Trattandosi del nostro viaggio di nozze “non abbiamo badato a spese” e abbiamo scelto il Kole Kole a Diani, una località a pochi chilometri da Mombasa e lontana dall’italiana Malindi. La scelta è ricaduta su Diani perché è molto meno turistica e la spiaggia è più bella e sul Kole kole perchè il catalogo sottolineava “animazione discreta” (l’avremmo preferita inesistente!). La nostra camera (deluxe) era veramente splendida, con tanto di doccia a due posti! La piscina molto deisign, la cucina buona (nessun problema di intossicazione). La spiaggia è effettivamente splendida, bianca e finissima, ma purtroppo è battuta da beach boys e bambini che ti assillano (e insultano) fino allo sfinimento appena metti un piede sulla sabbia, per venderti escursioni, oggettistica o per avere soldi, scarpe, shampoo, ecc. Io capisco che loro stiano peggio di noi, ma mi ha infastidito il fatto di essere stata etichettata come “ricca a tutti i costi”; i locali non contemplano la possibilità che un turista abbia speso tutti i risparmi degli ultimi due anni per farsi quel viaggio e che quindi debba stare attento anche a quante bibite prende!












Noi ci siamo ritrovati in Kenya proprio durante le prime manifestazioni post elettorali di protesta e siamo rimasti sconcertati dal terrorismo psicologico dei media italiani. Per i turisti, soprattutto quelli in viaggio con tour operator la sicurezza era totale, nessun problema per la benzina o il cibo, nessuna manifestazione violenta. Decidendo di non andare più in Kenya si danneggia ancora di più la popolazione, perché molti villaggi sono chiusi da inizio gennaio e tantissime persone hanno perso il lavoro. Ritengo sia giusto continuare a viaggiare, certo, con prudenza, intelligenza e rispetto. Il primo consiglio è quello di non andare in giro con soldi, gioielli e oggetti costosi. Banale? Per quanto mi riguarda sì, ma evidentemente non lo era per molte delle Signore che hanno scelta il Kenya per abbronzarsi durante le vacanze di Natale..... Ricordatevi, siete in Africa, non nello “Stato Francorosso”.

 

Kenya