31 dicembre 2011- 7 gennaio 2012 Lapponia finlandese
Premessa
Dopo tre vacanze natalizie al caldo decidiamo di spingerci a nord, al freddo e al buio, e quale meta migliore se non la parte finlandese della Lapponia? Come al solito acquistiamo i biglietti a fine agosto, approfittando di una buona tariffa della Finnair di 285 € a testa con volo Milano - Helsinki - Rovaniemi. Immediatamente partiamo con l’organizzazione degli spostamenti e degli alloggi e ben presto ci rendiamo conto di essere ampiamente in ritardo, perché la maggior parte delle stanze è già prenotata dai tour operator. Riusciamo comunque a prenotare tutto, forse organizzandoci prima avremmo potuto risparmiare qualcosa, ma in ogni caso ci è impossibile non notare la cifra folle richiesta dalle agenzie per un viaggio identico al nostro, con le stesse sistemazioni, gli stessi tour e senza nemmeno la macchina (più del doppio). Noi alla fine di tutto, considerando pernottamenti, noleggio auto per 7 giorni, benzina, pasti, escursioni, acquisti abbiamo speso 1100 € a testa, più circa 80 € a testa per completare l’abbigliamento tecnico.
Clima e Trasporti
Rispetto ai comuni dubbi iniziali circa la facilità di guidare, il freddo e il buio possiamo dire che le macchine sono equipaggiate con ottime gomme e le strade sono praticamente tutte dritte, quindi si riesce a tenere una velocità media di 80 Km, anche con nevicata in atto, facendo però attenzione all’attraversamento delle renne (che provocano ogni giorno circa 8 incidenti). Durante la notte, se la temperatura scende sotto i -15°C è necessario attaccare la macchina alle prese elettriche ovunque presenti per mantenere in caldo batteria e motore. La neve è veramente secca, quindi non si attacca al parabrezza e la mattina non è necessario togliere centimetri e centimetri di ghiaccio, ma basta una spazzolina morbida. Curioso che anche mentre nevica non è necessario azionare il tergicristallo. Sicuramente necessaria la macchina se si vuole essere indipendenti rispetto alle escursioni organizzate, le distanze sono notevoli e spostarsi con i bus richiede molto tempo.
Rispetto al freddo, basta vestirsi a strati, se non c’è vento è più che sopportabile, perché non è umido. In particolare noi avevamo:
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-intimo tecnico lungo sia sopra che sotto in materiale sintetico
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-pantaloni da sci
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-pile a maniche lunghe, maglione, giacca a vento
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-due paia di calze (pile + lana), scarponcini impermeabili
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-sciarpa (+ scalda collo sotto nei giorni ventosi)
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-cappello (+ cappello anti vento sotto nei giorni ventosi)
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-guanti ( + sottoguanti)
Da precisare che fino al nostro ritorno questo inverno è stato particolarmente mite con temperature intorno a -7°C, che percepite scendevano fino a -17°C in caso di vento, ma normalmente in questo periodo -15°C reali sono la normalità....

Per quanto riguarda la luce, sicuramente è poca: la mattina il cielo si illumina intorno alle 10 e alle 15 è già completamente buio. Se è una giornata tersa la luce è spettacolare, si vede il sole all’orizzonte e tutto assume contorni azzurri magici. Se la giornata è coperta, invece, tutto rimane di un grigio denso. Infine, per quanto riguarda l’aurora boreale, è facilmente visibile, ma solo se il cielo è completamente sgombro dalle nuvole. Potendo scegliere, l’ideale sarebbe andare ai primi di marzo quando la neve è al massimo e le ore di luce infinitamente di più, ma anche a gennaio è stato bellissimo!
Restare a casa propria è una negligenza di cui, presto o tardi, si verrà puniti (P. Morand)
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31 dicembre 2011
Partiamo da Milano alle 11.25 puntuali alla volta di Helsinki, dove arriveremo dopo 3 ore di volo. Finnair poco entusiasmante come compagnia aerea, nonostante non sia una low cost, si paga praticamente tutto, dalla birra, al cioccolatino, nessun tipo di pasto caldo nemmeno in orario di pranzo/cena e nessun tipo di snack o bibita nei voli interni! L’aeroporto di Helsinki è abbastanza piccolo, per cui nonostante la connessione di solo mezzora riescono a far viaggiare la nostra valigia con noi e alle 17.30 puntuali (dopo un’ora di volo) atterriamo a Rovaniemi, dove sul nastro trasportatore dei bagagli (arrivati in meno di 5 minuti) svettano orsi, renne e neve....


Giunti all’esterno (l’aeroporto è grande più o meno come un supermercato) ci rendiamo conto che, per fortuna, la neve che si è fatta attendere a lungo, negli ultimi giorni ha ampiamente ricoperto strade, alberi e case, per cui l’atmosfera è davvero natalizia come speravamo.
Recuperiamo la nostra auto prenotata con Budget, che ci attende accesa e calda e raggiungiamo il B&B Niemelantalo, fuori dal centro cittadino, ma sicuramente molto più caratteristico dei palazzoni in cemento delle catene alberghiere presenti in città L’appartamento, di cui non avevamo visto alcuna foto, si rivela molto grande, comodo e perfettamente attrezzato, noi siamo nell’attico, che si affaccia direttamente su una pista da sci di fondo. I letti sono singoli e questa sarà una misteriosa costante per tutta la Lapponia (anche nello chalet iper romantico per coppie...)


Ci attiviamo per preparare il nostro cenone di San Silvestro con varie leccornie che hanno viaggiato da casa con noi e verso le 22 andiamo in centro per esplorare la città, aspettando i fuochi di mezzanotte. Il freddo è assolutamente sopportabile, ci sono -7°C (molto mite per questo periodo), percorriamo le due vie del centro, che non offrono particolari scorci pittoreschi, ma tanto cemento e una grande albero di Natale, facciamo una sosta nel Mc Donald’s più a nord d’Europa per un caffé take away (orgogliosi di ciò invitano a prendere una cartolina ricordo con un’aurora boreale che svetta dietro alla grande “M”...). Continuiamo fino al Comune, alla biblioteca e al Teatro, che invece hanno già un certo interesse architettonico e poi ci spingiamo fino al museo Artikum e al Pilke science center.


Torniamo al Comune dove ciocchi di legno ardono nelle neve e gustiamo succo di frutti di bosco bollente e biscotti speziati, mentre il sindaco fa gli auguri per l’anno che verrà. Passeggiamo fino al fiume e brindiamo al 2012 con i fuochi che illuminano il Candle bridge.


Mentre noi ci avviamo verso casa, i giovani autoctoni si mettono in fila per entrare nei night club e quello che ci stupisce è che sono in maniche corte, gonna senza calze e tacchi alti....
1 gennaio 2012
Aspettiamo le 10 per avere un po’ di luce, ma essendo una giornata nevosa, passeremo dal nero al grigio al nero. Il freddo è sempre più che sopportabile, soprattutto tenendo conto che noi siamo equipaggiati per resistere a -30°C! Prendiamo la macchina e ci spostiamo nella collina di Ounasvaara, dove imbocchiamo uno dei tre sentieri invernali per le passeggiate: L’elf route. Ci addentriamo nel bosco e godiamo della neve e del silenzio; la neve è totalmente diversa da quella delle alpi, talmente secca, che è impossibile fare una palla, ma i lati positivi sono che non bagna le scarpe e i vestiti, nemmeno se ci si immerge fino alle ginocchia.


A mezzogiorno riprendiamo la macchina e andiamo al Santa Claus village (ingresso gratuito). Non possiamo esimerci dall’incontro con Babbo Natale che risiede nell’edificio principale: una breve coda allietata da un elfo-portinaio e poi il momento magico, 56 secondi per stringere la mano a Babbo Natale, fargli gli auguri di buon anno, e ricevere i suoi con voce profonda, poi l’elfo-fotografo ci invita ad abbracciarci per la foto di rito. All’uscita l’elfo-commesso cerca (senza speranza) di venderci per 55€ una chiavetta usb con la foto e il filmino del nostro incontro, poi ripiega sulla sola foto stampata per 25€, ma il ricordo è più che sufficiente! Tentativo di vendita a parte, Babbo Natale, aveva davvero un non so che di magico, sembrava davvero che avesse un’energia particolare... Prima di proseguire mangiamo una tipica poro-pita (pita con pezzetti di renna saltati, insalata e pomodoro), che di tipico non ha nulla, ma è quanto di più economico si possa trovare (8,50€).


Ci spostiamo all’ufficio postale, secondo noi la parte più interessante e romantica della villaggio, dove l’elfa-postina apre diligente le lettere e le cataloga in base alla nazionalità, in modo che poi a partire dalla primavera gli elfi-scrittori, ciascuno nella propria lingua, iniziano a rispondere. Molto romantico vedere le cassette piene di lettere, leggere i nomi dei bambini che le hanno scritte, confrontare disegni, lunghezza, provenienza e lista dei desideri. L’elfa-postina ammette che mentre la maggior parte dei bambini europei si limita ad inserire nella busta un catalogo di giochi con delle x, quelli africani chiedono pace, cibo, acqua, fine della guerra. Molti dimenticano di mettere il loro indirizzo e così per gli elfi è impossibile rispondere, ma niente viene buttato e tutto viene catalogato e contato. In media ogni anno l’ufficio postale riceve 600.000 lettere e l’Italia è il secondo paese al mondo a mandarne di più.


Come tutti i presenti acquistiamo alcune cartoline da spedire a casa e anche un pacco di buste di vecchie lettere arrivate a Babbo Natale, il cui ricavato viene dato all’Unicef. Sorprendente scoprire che tra le 30 buste ce n’è una mandata nel 2005 da un bambino italiano che vive a meno di 10 km da casa nostra, altrettanto sorprendente trovarne una inviata un 7 dicembre che per noi aveva una valenza particolare. Vorrei rispondere a tutti questi bambini, molti dei quali diventati ormai grandi, per rassicurarli che Babbo Natale ha ricevuto le loro letterine, forse lo farò... Ci soffermiamo a confrontare il modo di scrivere l’indirizzo di Babbo Natale, qualcuno, molto sintetico si limita ad un “To Santa - Lapland”, qualcuno più moderno (e grazie all’aiuto di googlemaps) aggiunge cap e via precisa, altri aggiungono un “Gentilissimo” prima del nome, qualcuno inizia con il cognome “Claus” e poi il nome “Santa”....


Passiamo velocemente tra i vari gift shop, un po’ meno velocemente nell’outlet della Fiskars (coltelli) e Ittala (porcellane) e ancora meno velocemente nel negozio della Marimekko (tessili), dove tutto è tanto bello, ma anche tanto, tanto costoso!
E’ ormai diventato tutto buio e con le luci colorate il villaggio è molto più bello! Facciamo molte foto, vediamo per la prima volte delle renne e passeggiamo lungo la linea del circolo polare artico, dove grazie ai pannelli distanziometrici constatiamo con certezza di essere più vicini al polo nord, rispetto a che a Roma!


Dopo quattro ore a zonzo per il villaggio di Babbo Natale sotto una neve leggera, leggera, torniamo in centro, ci fermiamo per un po’ di spesa per cena e ci ritiriamo al caldo.
2 gennaio 2012
Ci svegliamo alla stessa ora di ieri, ovvero intorno alle 9, ma sembra molto più buio. Dopo una ventina di minuti tutto inizia a colorarsi di un azzurro stupendo e capiamo che contrariamente alle aspettative è invece una giornata tersa. Ci mettiamo in macchina diretti verso Sallatunturi, una collina (“tunturi”, appunto in finlandese) a 155 Km da Rovaniemi, dove rimarremo per 3 notti. Prima di lasciare la città ci fermiamo per una breve passeggiata lungo il fiume e poi facciamo scorta di cibo in uno dei tanti supermercati, dove nonostante i prezzi esorbitanti ci assicuriamo cibo molto suomi, come carne di renna, verdure surgelate (quelle fresche avevano un prezzo davvero inaccessibile), succo di lingonberry, glogg da bere caldo e dulcis in fundo salmiakki, ovvero delle incomprensibili liquirizie salate!


La strada per Salla è praticamente tutta dritta, per cui guidare non è un problema, salvo quando sbuca all’improvviso qualche renna/alce... (a noi è successo solo una volta). Il sole fa capolino qua e là dall’orizzonte e una debole luce gialla si diffonde tra gli alberi innevati, mentre la temperatura scende costantemente fino a -18°C.


Arrivati a Salla dopo due ore, ci troviamo di nuovo immersi in una spessa coltre di nuvole e abbandoniamo quindi anche per oggi la speranza di vedere l’aurora boreale! Raggiungiamo il nostro cottage a Salltunturi tuvat (“tuvat” significa capanna in finlandese”), che si trova a 10 Km dal centro abitato, letteralmente nel nulla, fatta eccezione per decine di altri cottage e alcune piste da sci. L’appartamento è spazioso e caldo, il camino, la sauna privata, il riscaldamento a pavimento e la cabina riscaldata per asciugare i vestiti fanno la differenza e valgono il prezzo non proprio popolare pagato. Ci rimane meno di un’ora di luce per cui andiamo a fare una passeggiata nel bosco, lungo il versante delle piste da discesa (una rarità in Finlandia, dove tutti praticano sci da fondo) e dopo poco dei bei fiocchi di neve (sempre asciuttissimi tanto da non lasciare traccia sotto gli scarponi) cominciano a cadere dal cielo.


Prima di rifugiarci al caldo passiamo al punto informazioni della Artic circle safaris dove prenotiamo il safari di una giornata in motoslitta lungo il confine russo (è sufficiente segnare il proprio nome sulla lista appesa in bacheca, si paga il giorno del safari, presentandosi 20 minuti prima alla reception). Ci ritiriamo per merenda, una lunga sauna, cena e film.


3 gennaio 2012
Il cielo è sempre coperto, ma a differenza degli altri giorni c’è un forte vento, per cui nonostante la temperatura sia intorno ai -7°C, quella realmente percepita è intorno ai -19°C! Iniziamo pazientemente la vestizione che richiede in media 15 minuti per indossare correttamente tutti e 4 gli strati sia sopra, che sotto, in testa e sui piedi, con il rischio di morire di caldo finché non si mette piede fuori! Prendiamo la macchina e ci spostiamo di poco più di 3 Km per visitare il Salla reindeer park, che oltre ad essere un allevamento di renne organizza safari in zona (Jotos). Il centro è preso d’assalto da orde di russi: le donne tutte rigorosamente con gonna e stivali con tacchi, alla faccia del nostro abbigliamento alpino super tecnico! Per far smaltire la ressa decidiamo di addentrarci nel bosco per una passeggiata di mezzora, fino al lago Tammukkalampi e alle capanne lapponi, sotto raffiche di vento che non danno tregua.


Tornati al reindeer park saliamo per la prima volta su una motoslitta, ma solo per un breve tragitto di 5 minuti (per cui non faccio in tempo a capire se mi fa paura quanto una moto normale) e finalmente arriviamo all’allevamento, dove splendide femmine di renna sono felici di essere nutrite, accarezzate e fotografate dai turisti. Una guida del centro ci spiega che tutte le renne che si vedono in Lapponia, comprese quelle che attraversano all’improvviso la strade o quelle solitarie nei boschi appartengono a qualcuno, non esistono esemplari selvatici, al contrario invece delle alci che non vengono allevate, ma cacciate. Per deformazione professionale parte poi una mia raffica di domande su quale tra le due carni sia più pregiata, quali tagli scegliere e come cucinarli, il costo e la guida si diletta nel rispondermi e non esita a dirmi che lui ama l’alce, che è più grassa, e si giustifica dicendo che hanno bisogno di tante calorie perché fa freddo! Come nulla fosse, dopo aver immaginato un bello stufato caldo, anche noi andiamo a nutrire le docili bestiole...


Tornati al punto di partenza ci fermiamo a guardare gli husky pronti per tirare le slitte, che fanno, come si suol dire, “una gran cagnara”, non si capisce se per lamentarsi del dover tirare slitta e le relative persone o perché non vedono l’ora di partire. Nel dubbio, evitiamo di costringerli alla fatica di trainarci!


Ritorniamo al nostro cottage per pranzo e poi usciamo per una passeggiata. Chiediamo alla reception se esistono dei sentieri invernali per i pedoni e la signora ci guarda molto sorpresa per la domanda e dopo aver riflettuto ci lascia intendere in modo gentile che il finlandese non cammina, fa sci di fondo quando vuole immergersi nella natura. Ci avventuriamo dunque in solitaria sulle strade carrabili secondarie, dove in effetti non incontriamo né auto, né forme di vita: andiamo fino al lago keseimajarvi e proseguiamo oltre sulla collina svoltando due volte a destra finché non arriviamo alla fine della strada. Passeggiamo per più di due ora tra le neve polverosa nella pomeriggio che si fa sempre buio.


Torniamo al calduccio e ripetiamo la routine merenda-sauna-lettura-cena-film, con la variante di provare a cucinare un sauté di renna, che viene proprio buono! Approfittiamo anche delle facilities per fare il bucato, che mettiamo ad asciugare in un armadio che per 2000 WATT porta la temperatura a 50°C per 2 ore, seccando in maniera delicata qualunque fibra, senza il problema della centrifuga (geniale!)
Prosegui con la seconda parte del viaggio