Polonia

16 Novembre - 22 Novembre 2009


Diversamente da tutti gli altri viaggi e week end, quello in Polonia è stato principalmente un viaggio di lavoro e purtroppo mancava Andrea, oltre a ciò è stato un viaggio per nulla programmato e preparato, ma un’offerta last minute della mia scuola, che mi ha spedita per indagare circa la possibilità di organizzare stage per aspiranti chef e maître. I vantaggi (oltre a non aver speso un euro) sono stati quelli di aver girato sempre con persone del posto, che hanno arricchito ogni visita con tante storie di vita vera di un Paese che mi ha davvero affascinata e dove vorrei tornare con calma per una vacanza.









Restare a casa propria è una negligenza di cui, presto o tardi, si verrà puniti (P. Morand)

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16 Novembre


Io e i miei 4 compagni di viaggio partiamo da Bergamo con un volo low cost della Wizz air, che risulta essere identica alla più famosa Easy jet in quanto a prezzi, servizio, sicurezza e procedure di check in e imbarco.

Arriviamo all’aeroporto di Katowice, che per chi è diretto subito a Cracovia non è per nulla comodo (più o meno 70 Km di bus). L’aeroporto è nuovissimo e come molte altre cose, abbondantemente sovvenzionato da progetti di sviluppo dell’Unione Europea. Prelevo dal bancomat degli sloti (fuori da Cracovia l’euro non è quasi mai accettato e spesso carte di credito e bancomat hanno problemi) e poi andiamo a ritirare la macchina presa a noleggio con Budget. Sbagliando strada ci troviamo in mezzo alla città di Katowice, che pur attraversata in macchina ci appare di un certo interesse. Ritrovata invece la giusta strada per Zawiercie lasciamo l’atmosfera cittadina per immergerci nella campagna polacca, alternata a quartieri in cemento del periodo comunista. A Zawiercie ci sono diversi hotel di buon livello, tutti con un’area benessere molto ben curata; noi alloggiamo all’hotel Villa Verde, con camere enormi, ma purtroppo non dal design moderno che piace a me.




A Zawiercie non c’è praticamente nulla di pregio da vedere, eccetto la cattedrale neogotica di S. Pietro e Paolo. Come altra attrazione ci hanno poi fatto vedere una vetreria, ma anche in questo caso il design è molto poco moderno, mentre i prezzi decisamente vantaggiosi per gli amanti del genere.




Lasciando invece il centro ci dirigiamo verso la zona dei castelli e in particolare visitiamo le rovine di quello di Bobolice. Purtroppo é buio e spira un vento gelido, ma credo che, visitato in una bella giornata di luglio, sia magnifico, così come quello di Ogrodzieniec, che visto in foto mi ricorda tanto la meraviglia della Scozia. In effetti in zona sono molteplici le fortezze da visitare: oltre alle due nominate ci sono anche Mirow e Bąkowiec.




La sera, o meglio, nel tardo pomeriggio (17) ci portano a cena! Mangiamo un’ottima crema di funghi dove la panna regna sovrana, seguita da anatra servita con gnocchi simili a knodeln e cavoli rossi. Tra i pochi dessert polacchi che mangeremo più volte c’è la sharlotka, una normalissima torta di mele.


17 Novembre


Giornata interamente dedicata al lavoro: visitiamo le immense scuole professionali, che implorano sovvenzioni per migliorare i laboratori, mentre i giovani sono precisi e uguali ai nostri.

Alle 10 di mattina ci aspetta un bel pranzo a base di crauti e torte alla panna.

Prima di cena approfittiamo dell’area benessere, qualcuno si concede un massaggio, io preferisco puntare sul bagno turco. Mangiamo in hotel, ottima cucina e servizio, prezzo da 4 stelle. Aspetto più positivo: possiamo mangiare alle 20.30, ma ci guardano male....


18 Novembre


Ci mettiamo in macchina per raggiungere Dabrowa Gornicza, che dista quasi un’ora da Zawiercie: della città non vediamo nulla, se non le solite 3 scuole professionali, ma per lo meno qui aule e laboratori sono davvero in ottime condizioni. I nostri partner ci offrono sempre spuntini a base di crauti e funghi e tanti dolci a base di panna.

Nel pomeriggio un brillante insegnante di storia ci accompagna nella visita di Auschwitz-Birchenau. Arriviamo poco dopo le 3, il sole è già basso e una luce calda avvolge i diversi padiglioni in mattoni che si stagliano contro il cielo azzurro. C’è silenzio nonostante ci sia molta gente, il primo impatto durissimo è sotto la porta con la triste scritta in ferro “Arbeit macht frei” e dei pannelli esplicativi fanno notare come qui ci fosse una banda ad accogliere i nuovi arrivati, per dare l’impressione che fosse davvero un bel posto. L’interno di Auschwitz non è affatto impressionante: edifici in mattoni, viali in cemento, alberi ordinati. La spiegazione sta nel fatto che il campo prima di diventare luogo di prigionia era una caserma. Il museo invece è un crescendo di emozioni, angoscia e rabbia: corridoi tappezzati di migliaia di foto con nomi, data di ingresso e morte, cumuli immensi di valige, occhiali, capelli, vestiti per bambini, foto al momento della liberazione dei sopravvissuti. Altro luogo di forte impatto è il muro del pianto di Auschwitz, dove furono fucilati moltissimi polacchi. La commozione dei nostri accompagnatori in questo punto è tanta, ci fermiamo a dire una preghiera insieme ad un gruppo di studenti e in quel momento abbiamo provato una vicinanza inspiegabile, in grado di superare qualunque credo politico, religioso e culturale che ci divide nella quotidianità. Proseguendo verso le camere a gas e i forni non riusciamo nemmeno a trovare conforto nella condivisione di pensieri, ciascuno in silenzio termina il giro e si dirige all’uscita.






Percorriamo la distanza che ci separa da Birchenau senza dire una parola e giunti al campo ci torna immediatamente in mente l’immagine di quel binario che finiva non si sa dove visto tante volte sui libri di storia, ma stare qui è diverso. Le costruzioni in mattoni non ci sono, ci sono solo stalle nel mezzo di un terreno paludoso e gelato. Tutto intorno il filo spinato. Entriamo a caso in una stalla, con l’impressionante fila di orinatoi e di dormitoi in legno.






E’ dura tornare in macchina e ritornare alla normalità come nulla fosse, ma pian pian ci sforziamo di sciogliere la tensione.


Ultima sera a Zawiercie, abbiamo appuntamento per una cena di rappresentanza con il presidente della Provincia, una persona estremamente affabile, che si prodiga in racconti e barzellette, annaffiate da abbondante vodka (servita a partire dall’antipasto.....)


19 Novembre


Mattina di lavoro a Czestochowa, pomeriggio dedicato alla visita del famoso santuario di Jasna Gora in cui è custodita la Madonna nera, meta di tanti pellegrinaggi. Un luogo mistico e coinvolgente, i numerosi ex voto rendono molto interessante la visita. Molto belli gli oggetti in ambra che circondano l’altare, tra i quali spicca la rosa in Ambra portata in dono da Papa Wojtyla.






Nel tardo pomeriggio ci spostiamo a Cracovia (circa 2 ore): ci accoglie con le luci dei palazzi e delle insegne pubblicitarie, con il traffico e i centri commerciali; la desolazione della campagna appena attraversata ci appare ormai lontanissima. Raggiungiamo l’hotel Chopin da cui si può raggiungere a piedi il centro storico in circa 20 minuti. L’albergo è molto grande, le camere superior appena rifatte hanno un bel design, sono silenziose, ma oggettivamente molto piccole. C’è un comodo servizio di Wi-fi gratuito e apprezziamo soprattutto la colazione a buffet straordinariamente abbondante e varia.





Prendiamo un taxi per raggiungere la piazza Rynek Glòwny: un gigantesco spazio largo più 200 metri attorniato da edifici di pregio storico. Al centro sorge il Sukiennice, un edificio che un tempo ospitava le attività relative al commercio di tessuti, mentre oggi, pur conservando la caratteristica struttura interna in legno, è occupato da botteghe che vendono cristalli, ambra e oggetti in legno per turisti. A lato svettano la basilica con le sue due torri appuntite e una torre che è l’unica parte rimasta in piedi dopo l’abbattimento del municipio.

Mangiamo in un bel locale sulla piazza un’ottima zuppa e uno stufato di carne e crauti, sicuramente impegnativo da digerire, ma ben fatto.


20 Novembre


Mattina dedicata alla visita dell’ennesima scuola, che si trova in un quartiere molto particolare di Cracovia che è Nova Uta (Nuova acciaieria): il primo e più grande centro industriale costruito sul modello del comunismo reale, ma che con il tempo diventò teatro proprio della rivolta contro il sistema. Entrando nel quartiere si passa davanti all’immensa fabbrica siderurgica, completamente attorniata da schiere infinite di case. Poco distante dalla scuola che visitiamo sorge invece l’importante chiesa “Arca del Signore”, la cui costruzione è stata strenuamente difesa dagli operai e da Papa Wojtyla, che in qualità di vescovo aveva posato la prima pietra contro il volere del sistema comunista.




Nel pomeriggio visito con calma il centro di Cracovia, dirigendomi nuovamente verso la piazza centrale che voglio rivedere con la luce del giorno. Entro nel Sukiennice dove acquisto qualche oggetto in ambra e in legno a prezzi davvero vantaggiosi.






Mi dirigo poi a piedi verso il castello, passando dal parco che forma un anello intorno al centro. Dal castello si gode una vista meravigliosa sulla Vistola e rimango lì a gustarmi uno splendido tramonto.









Proseguo verso il ghetto ebraico Kazimierz dove rimane la testimonianza delle numerose sinagoghe. Torno poi verso il centro e vago per le vie che circondano la piazza dove si affacciano negozi molto belli e moderni, dal gusto vagamente simile a quello danese. La sera ceniamo sempre in centro, dove un pasto completo non supera i 15 € a testa.


21 Novembre


Riprendiamo l’auto per visitare le saline di Wieliczka a circa 20 minuti. E’ necessario prenotare una visita guidata della durata di circa 2 ore. La nostra guida ci spiega che questo centro minerario ancora attivo è costruito su 9 livelli per circa 300 Km di scavi totali. La discesa si effettua a piedi (300 scalini) la risalita in ascensore, le gallerie sono ampie, alte e illuminate, il suolo sufficientemente liscio da consentire la camminata a tutti, il microclima fantastico, tanto che è consigliato a chi ha problemi alle vie respiratorie (temperatura costante intorno ai 14-16°C). Ai turisti è consentito visitare i livelli I e III, arrivando a circa 135 metri. Sul sito http://www.kopalnia.pl potete dare uno sguardo a tutte le sale visitabili. Al di là dell’interesse geologico per questa miniera è impressionante vedere le statue interamente costruite in sale dai lavoratori: ci sono cappelle, scene bucoliche dei 7 nani (in realtà ce ne sono 8...), ma la stanza più impressionante è la Cappella di Santa Kinga, dove ogni cosa, dalla rappresentazione dell’ultima cena, a lampadari, ai banchi è fatto in sale. Qui è possibile organizzare cerimonie, matrimoni e concerti. A metà visita e alla fine del percorso ci sono 2 punti ristorazione e un souvenir shop, che sicuramente non servono a rendere omaggio alle migliaia di lavoratori che sono morti per scavare queste gallerie, un tempo buie, scivolose e ostili.








Torniamo a Cracovia per un’ultima passeggiata sotto un tiepido sole insolito per il mese di novembre.


22 Novembre


Lasciamo Cracovia alle 4 di mattina sotto una nebbia densissima e cerchiamo di raggiungere a fatica l’aeroporto di Katowice. Lasciate le luci della città, riprendiamo una lunga strada secondaria che sembra non finire mai  e soprattutto che sembra non portare da nessuna parte. A cinque minuti dalla chiusura del check in arriviamo a depositare i bagagli al banco!

E’ stato un viaggio interessantissimo che mi ripropongo di riorganizzare per una delle prossime estati, magari in abbinamento alle Repubbliche baltiche.